A volte la vita ostacoli, difficoltà, e circostanze che mandano il cuore in frantumi. Ci si sente così più vulnerabili, deboli. Incombe la paura che possa succedere di nuovo e il timore di non riuscire ad affrontare nuovamente quella situazione così dolorosa. Altre volte, le “crepe” dell’anima arrivano dall’infanzia e così, ci si percepisce fragili. Non ci si rende conto però, che quella fragilità è la propria forza.

Per dimostrarvi che è così, vi racconterò una storia.

C’era una volta un contadino che ogni giorno portava l’acqua dalla sorgente al proprio villaggio in due grandi anfore ciascuna appesa all’estremità di un palo che lei portava sulle spalle.

Una delle anfore, durante il viaggio perdeva acqua perché vecchia e piena di crepe, L’altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia. “Non perdo neanche una goccia d’acqua, io!” faceva notare l’anfora nuova a quella vecchia. E quest’ultima si sentiva sempre più inutile e umiliata.

Un pomeriggio, la vecchia anfora decise di confidarsi con il padrone e gli disse: “Sono tremendamente dispiaciuta, per colpa mia sprechi tempo, fatica e soldi. Quando arriviamo al villaggio sono mezza vuota. Mi vergogno di me stessa, perdona la mia debolezza”.

Il giorno seguente durante il viaggio, il padrone si rivolse all’anfora vecchia e le disse: “Guarda il bordo della strada”. “È bellissimo! Tutto pieno di fiori!”, rispose l’anfora vecchia. “Hai visto che bei fiori? Questo è tutto merito tuo”, disse il padrone. “Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho preso dei semi di fiori e li ho seminati lungo il cammino, senza saperlo né volerlo, tu li innaffi ogni giorno. È merito tuo se sono così belli”. Quel giorno, la vecchia anfora si sentì piena di gioia, riprese a sorridere e non si sentì più mortificata.

 

QUAL’È LA MORALE DI QUESTA STORIA?

Ci insegna che la fragilità, da molti considerata un difetto, è in realtà una virtù. Un valore. La propria fragilità potrebbe non piacere, eppure rivelarsi davvero preziosa. Ogni persona ha delle ferite, debolezze, eppure grazie ad esse è possibile fare grandi cose. Ognuno di noi ha dei limiti eppure sono questi che ci rendono individui unici. Non bisogna sottoporli a giudizio, ma semplicemente scovare il loro lato positivo. È solo osservando con attenzione le proprie fragilità e prendendone consapevolezza che è possibile trovare punti di forza nelle proprie debolezze…che poi non le chiamerei debolezze o imperfezioni, ma peculiarità. Occorre prendere le distanze dall’idea di perfezione come valore, il rischio è quello di non accontentarsi mai, e si è quindi destinati all’insoddisfazione perenne. C’è poi un altro importante significato in questa storia: la condivisione. Confrontarsi, esprimere le proprie emozioni, confidarsi aiuta a diminuire il peso del proprio malessere. Non solo, ma un aiuto esterno può fornire un altro punto di vista, un altro modo per vedere la realtà. Non esiste infatti una sola realtà, ma tante quante sono gli occhi di chi guarda. Quella realtà che si tende a vedere come esclusivamente negativa, potrebbe avere un lato roseo però difficile da scorgere, e che continuerebbe a rimanere in ombra se qualcuno non ci aiuta a vederlo. Ed è proprio quello che fa lo psicologo e lo psicoterapeuta, offre i propri occhi per riuscire a guardare il mondo da un’altra prospettiva. Pone domande, mette in discussione pensieri e credenze. Non da consigli, ma offre una lettura differente della realtà lasciando alla persona l’opportunità di scegliere come vivere al meglio la propria vita.