Avete presente quando fa freddo e allora ci si copre con un bel cappotto pesante?
Oppure quando si dice alla nonna che si è fidanzati pur di non sentire la ramanzina?
Ecco, in questi casi ci si “difende” da qualcosa che è esterno a noi…ma quando ci si vuole difendere da qualcosa che è interno a noi…cosa succede?
Intervengono loro, i meccanismi di difesa.
Sono delle strategie, delle reazioni che agiscono inconsciamente e che hanno l’obiettivo di proteggerci da pensieri o sentimenti considerati inaccettabili.
Derivano dall’incontro di diversi elementi, ad esempio fattori culturali, condizionamenti relazionali, esperienze di vita.
I meccanismi di difesa sono automatismi naturali che hanno l’obiettivo di gestire situazioni negative, ma possono diventare disadattivi e in alcuni casi determinare psicopatologia, in particolare se utilizzati frequentemente e rigidamente.
Ma…quali sono i principali meccanismi di difesa?
Scopriamoli insieme:
Negazione e diniego
sono due meccanismi di difesa simili, ma non uguali. La negazione riguarda gli affetti, mentre nel diniego c’è una negazione di una realtà che risulta essere troppo dolorosa. Quindi la persona si difende da essa rifiutandosi di percepirla o negandone la sua esistenza.
Un esempio di questi meccanismi, è quando ad esempio un partner rifiuta di accettare i chiari segni di una crisi di coppia o di un tradimento.
Proiezione
attraverso questo meccanismo di difesa, la persona proietta sull’altro pensieri, emozioni indesiderate perché altrimenti potrebbero causare sensi di colpa, fantasie aggressive.
A livello pratico, ad esempio, vi è proiezione quando si odia qualcuno ma questo fa sentire in colpa, allora ci si libera da questo senso di colpa pensando di essere odiato.
Spostamento
prevede che un impulso, solitamente aggressivo, venga reindirizzato al di fuori di sé, o su un oggetto o su una persona.
Chiaro esempio è la persona che durante la giornata lavorativa litiga con il datore di lavoro, e sposta la rabbia verso il/la proprio/a partner. Viene sostituito quindi il bersaglio dell’emozione provata.
Sublimazione
è un meccanismo di difesa simile allo spostamento ma molto più adattivo perché permette di reindirizzare i propri sentimenti ed emozioni verso qualcosa di costruttivo e socialmente accettabile, piuttosto che verso comportamenti o attività distruttive.
Un esempio molto frequente è quello che vede protagonisti alcuni sportivi, che riuscendo a reindirizzare la loro rabbia e aggressività nello sport riescono ad eccellere e diventare campioni.
Razionalizzazione
si riferisce all’attribuzione di una giustificazione accettabile e razionale ad un evento angosciante. Queste spiegazioni razionali servono ad arginare l’angoscia che tale circostanza provoca.
Un esempio può essere quello di spiegare una propria scelta che si è poi rivelata essere sbagliata, come determinata dal destino.
Formazione reattiva
è un meccanismo di difesa molto frequente perché spesso le proprie emozioni vengono ritenute sbagliate, allora ci si protegge comportandosi nel modo opposto rispetto a come ci si sente.
Questo accade molto spesso quando si prova rabbia e frustrazione, ma si decide di sopprimerle decidendo di comportarsi in maniera pacata e tranquilla.
Oppure ancora quando si è tristi ma ci si mostra all’esterno allegri e sorridenti.
Repressione
determina la repressione dei propri sentimenti, pensieri, emozioni o fantasie considerati disturbanti o minacciose. Vengono quindi nascosti all’interno di noi stessi con la speranza che non saltino mai più fuori. In realtà questi sentimenti non scompaiono davvero, ma anzi, influenzeranno il nostro comportamento, potranno influire nelle relazioni, creare ansia.
Spesso questo accade anche nell’ambito della sessualità, può capitare che le persone reprimano le proprie fantasie sessuali perché ritenute inadeguate, immorali.